30 agosto 2006

Hezbollah: soldi facili, soldi falsi

Tblog: Hezbollah: soldi facili, soldi falsi
Divertente questa notizia riportata da Tblog.
Non mi stupirebbe particolarmente se fosse vera.
Nelle condizioni finanziarie in cui si trova, l'Iran non ha il denaro per ricostruire l'arsenale di Hezbollah in breve tempo, a meno che non decida di svuotare il suo. Non che la popolazione iraniana sia particolarmente felice di investire ogni anno 250 milioni di $ in Hezbollah.
Quindi, di soldi da spendere per ricostruire le case libanesi, fossero anche solo quelle degli shiiti fedeli a Hezbollah, non ci sono proprio.

Quindi ci sta tutta una manovra propagandistica per far finta di pagare soldi veri a una figurante, senza pagare poi nessuno in realtà; oppure di pagare con soldi falsi. Probabilmente potrebbe trattarsi solo di un mix delle due cose.
I miliziani più fedeli e importanti saranno risarciti dei danni subiti per intero, mentre altri riceverano somme molto meno importanti, in tutto o in parte con soldi falsi.

Interessante questi articoli su Le Guerre Civili, dove si parla di una interessante mossa strategica di USA e Israele, per vedere il bluff dei pacifinti terzomondisti europei e metterli nelle condizioni di far vedere esattamente quello che valgono; in un'altro articolo, Le Guerre Civili parla anche del petrolio, del gas naturale e delle condotte che girano per il mondo e di come sono legate alla politica mondiale di tutti i paesi, senza distinzioni.
In quest'ultimo articolo il mio commento è che, nel tentativo di assicurarsi dal controllo dei concorrenti / alleati, moltissimi paesi produttori stanno sviluppando reti di distribuzione del gas e del petrolio che, alla fine, sono ridondanti. Non posso far a meno di notare che l'invasione USA dell'Iran avrebbe come conseguenza l'apertura all'Occidente di tutto il Centro Asia, tagliando fuori completamente la Russia. Lo stesso effetto avrebbe anche la costruzione di un tratto di condutture che attraversasse il Mar Caspio e collegasse le condotte dell'Azerbaijan a quelle del Kazakistan e del Turkmenistan.

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