31 ottobre 2008

Gravità Zero - Scienza senza critica

Gravità Zero - Divulgazione Scientifica: LIBRI ... ADDIO!

Leggo su Apogeo Online dell'incidente avvenuto sul blog Grazità Zero a proposito dell'articolo pubblicato contro la legge 133/2008 che impone agli editori di rendere scaricabili via internet i testi dei loro libri dall'anno 2011/2012, mentre permette alle scuole di adottare testi scaricabili online già quest'anno.

Ma glissiamo sulla cattiva educazione mostrata nel cancellare i commenti nel blog, senza rendere almeno palesi queste cancellazioni e senza dare una qualsiasi spiegazione per le stesse immediatamente, salvo poi dichiararsi vittima di minacce e offese.

Glissiamo anche sul fatto che l'autore, Massimo Auci, sia un fisico abbastanza rinomato nell'ambiente italiano, ma che non sa che i libri scaricabili online sono fruibili anche su supporti non cartacei tipo il Kindle e altri ancora e che la qualità di questi apparecchi sta migliorando rapidamente. Accettiamo il fatto che creda che un libro online si debba, per forza, stampare su carta per essere fruibile. Accettiamo che creda che si possa stampare solo in casa con la stampante laser e non sappia che esistono il print-on demand a prezzi competitivi (Lulu, ma anche tante tipografie, adesso sono in grado di produrre anche un limitato numero di libri, se non una singola copia, dato un file PostScript o PDF - rilegatura e copertina a scelta del cliente).

Glissiamo su tutte queste cose perché altri ( Luca Conti Antonio Tombolini ) se ne sono occupati e hanno criticato ampiamente la posizione del Dottor Auci.

Quello che viene trascurato è che nelle scuole di ogni ordine e grado, le materie di insegnamento sono per lo più sempre le stesse e che gli argomenti trattati sono sempre gli stessi per ogni materia. Mi risulta quindi incomprensibile come sia possibile che i libri utilizzati oggi debbano, per forza, essere cambiati l'anno successivo o anche dieci anni dopo. La storia, la geografia, la matematica, la letteratura non mi risulta siano argomenti che sono soggetti a cambiamenti e di sicuro non a cambiamenti repentini. Magari, per la geografia politica, si potrebbe fare un fascicolo a parte per rispecchiare le modifiche recenti. Lo stesso potrebbe valere anche per materie tecniche, più soggette ad evoluzioni rapide.

Quindi, se quello che si deve insegnare è, per il 99%, lo stesso quest'anno come quello precedente, perché non pagare una volta sola per avere un testo, o una serie di testi, disponibili con licenza Creative Commons (in particolare la Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5) o simili? Pagheremmo l'autore, volentieri, una volta sola, per il suo lavoro. Dopo di che l'opera rimarrebbe a disposizione di tutti coloro che volessero farne uso. Ma sopratutto, perché non chiedere ai professori, ai maestri e alle scuole di spiegare pubblicamente perché si deve adottare il testo sotto copyright invece di un testo libero e gratuito per tutti? Se un maestro o un professore ritiene che il testo non è completo, può sempre scrivere e rilasciare con una licenza aperta una aggiunta al testo che chiede di adottare. E ci mette il suo nome e cognome sopra e si prende la responsabilità di quello che insegna. Oppure può decidere di integrare con parte di un'altro testo libero e approvato per l'uso nelle scuole.
Se mi si dice che è impossibile trovare persone disponibili a scrivere libri in questi termini, vorrei far presente che negli USA e in altre parti del mondo si fa già da tempo sia nelle scuole che all'università. Ad esempio Freescience, Physicsforfree, Motion Mountain, Light and Matter, e chissà quanti altri. Per non parlare delle iniziative delle Università americane (e non solo) che rendono disponibili i corsi online completi e gratuitamente: OpenCourseWare del MIT (1800 corsi, molti con l'audio e il video delle lezioni e i testi da studiare scaricabili, alcuni dei quali pure tradotti), Stanford on iTunes, Notre Dame OpenCourseware, e poi molti altri che si possono facilmente trovare con Google. Tutta roba resa disponibile gratuitamente al grande pubblico per iniziativa degli stessi professori.

La realtà è che chi si lamenta di questo, coscientemente o meno, della perdita della greppia a cui mangiano professori, scrittori ed editori. Mi dispiace, ma questo è solo voler continuare a vivere di rendita. Che è sempre sbagliato, chiunque lo faccia, quale che sia il motivo. E significa solo che si ha paura che la qualità del proprio lavoro sia al di sotto di quello che un libero mercato considererebbe accettabile.

Il progresso della scienza e della tecnologie, oltre che il progresso economico, dell'Italia sono intralciati da una serie di gruppi che pretendono di mantenere le loro rendite di posizione, manco fossero dei feudatari medioevali. Il modello di business attuale, basato su copyright, scuola pubblica e irresponsabilità nell'adozione dei libri di testo comporta un costo ingiustificato per le famiglie (diretto se acquistano loro i libri prescritti oppure indiretto se l'acquisto è pagato dagli istituti con i soldi delle tasse) e un guadagno ingiustificato per gli editori e gli autori (perché l'utilità del prodotto non giustifica il costo, agli occhi dell'acquirente).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono mostruosamente d'accordo, penso le stesse cose da tempo. Aggiungo solo una cosa: la disponibilita` di testi """standard""" open source e` un rischio nel senso che puo` portare ad insegnare una "monocultura". Pero` e` anche una opportunita`: se piu` persone fossero costrette in conclave a stendere il testo, verosimilmente si otterrebbe un qualcosa che e` frutto di piu` punti di vista, cosa che oggi non e`. Oggi io scrivo un testo con le idee xy e tutti gli insegnanti con le stesse idee fanno comprare il mio testo. Invece a mio avviso e` giusto che su punti controversi non siano esposte singole idee ma le controversie stesse, per facilitare nello studente l'insorgere di uno spirito critico e per garantire che piu` idee siano trasmesse con eguale dignita`. Sarebbe anche una forma di tutela per gli studenti stessi che spesso si trovano giudicati, in sede di esame, da docenti con idee a modo loro che, invece di giudicare la serieta` della preparazione dello studente, giudicano le idee dell'insegnante che hanno avuto: se si arrivasse in qualche modo ad un testo condiviso cui lo studente potesse appellarsi ci sarebbe meno margine per i farabutti che si vogliono rivalere sugli studenti. Aggiungo inoltre che queste decine di migliaia di professori riusciranno a produrre qualcosa no? Allora mi sembra piu` che sensato che ci sia una produzione di cultura gratuita e utilizzabile invece di ristampare ogni anno i soliti libri in cui si sono cambiati solo i numeri di pagina ... Su argomenti da scuola superiore poi, come storia, filosofia, letteratura, matematica ... eddai...

Anonimo ha detto...

Il fatto che i testi siano liberi non implica che debbano essere unici o che non possano essere scritti da un singolo o da un ristretto gruppo. Idealmente, ogni professore dovrebbe essere in grado di scrivere un testo buono abbastanza da essere utilizzabile dai suoi studenti. Ma, per evitare di ripetere lo stesso lavoro ad infinitum, nulla dovrebbe impedire di utilizzare e riutilizzare (ed eventualmente modificare e correggere) il testo di qualcun'altro.

L'adozione di testi liberi dovrebbe aumentare la libertà degli insegnanti di selezionare i testi più adatti. D'altro canto, il diritto di modificare il testo usato o di correggerlo (con attribuzione del testo originale e delle relative modifiche) li renderebbe responsabili di quello che ci mettono dentro.

Quindi, se un professore decide di insegnare quanto è bello il comunismo e quanto erano bravi in URSS sotto Stalin, può essere stanato chiedendogli di metterlo per iscritto nel testo che utilizza per insegnare (visto che può farlo).

Probabilmente, come adesso, il testo da utilizzare dovrebbe essere adottato ufficialmente dalla scuola per quel corso. Dato che sarebbero tutti in formato elettronico, diventa molto più facile leggerli e confrontare le versioni e vedere le modifiche apportate. In quel caso, il Preside, il Provveditorato e il Professore vengono ad essere responsabilizzati per quello che scrivono o lasciano insegnare. Quindi diventa molto più difficile far passare messaggi impropri.

Io, comunque, resto dell'avviso che la scuola va riformata in senso privatistico. Sia per ridurne i costi che per migliorarne la qualità.

Anonimo ha detto...

Ma infatti il mio ero un discorso, forse non si era capito, che voleva fare un passo oltre ipotizzando testi diffusi a livello nazionale (eventualmente integrati da aggiunte locali) dal momento che di certo non vedremmo orde di insegnanti volenterosi scrivere testi per il proprio corso. Del resto fanno fatica a farlo all'universita` dove spesso la cosa ha molto piu` senso dato che i corsi hanno un programma specializzato, almeno in certi casi. A scuola mi aspetto minore variabilita`, comunque permessa sia chiaro.

Unknown ha detto...

prova

Archivio