- BTC non è più Bitcoin dall'introduzione di SegWit, in quanto è passato dall'essere una catena di transazioni valide all'essere una catena di blocchi di transazioni valide. La differenza non è semantica. Inoltre i developers di BTC hanno scelto di non permettere al protocollo di scalare come inizialmente previsto dall'ideatore: Satoshi Nakamoto
- BCH non è Bitcoin, in quanto ha a sua volta modificato il protocollo e i devs. non sembrano, a loro volta, interessati a scalare il più rapidamente possibile e permettere l'uso della blockchain per scopi non monetari
I sostenitori di BTC supportano l'idea dello "Store of Value" affermando che BTC può essere uno "store of value" nel lungo periodo solamente basandosi sulla scarsità del numero di BTC esistenti (21 milioni) anche se il numero di transazioni possibili è estremamente limitato (max 300-500K al giorno globalmente) e le commissioni da pagare ai miners esplodono quando ci sono più transazioni eseguite che spazio disponibile nei blocchi. In passato queste fee hanno raggiunto anche i 50$ per transazione, rendendo impossibile utilizzare ogni indirizzo contenente un valore inferiore ai 50$. Alla faccia dello Store of Value. Inoltre, non hanno mai spiegato come pensano di pagare i miners con la diminuzione del sussidio del blocco previsto dal protocollo originale. Senza il sussidio, ogni transazione costerebbe, mediamente, 15$ ai prezzi attuali.
I sostenitori di BCH supportano l'idea che l'uso massivo di Bitcoin come mezzo di pagamento sia sufficiente a garantirgli una "utilità" e quindi un valore, rendendolo un vero "Store of Value". Sfortunatamente anche questa idea è errata, perché confondono l'effetto con la causa.
L'utilità conferisce valore e il valore permette l'uso come mezzo di scambio indiretto e quindi come moneta (quando il mezzo di scambio indiretto usato acquisisce un premium rispetto al valore di uso diretto).
Sia BTC che BCH sono soggetti alla volontà dei loro developers di cambiare il protocollo per "migliorarlo".
Il terzo incomodo tra BTC e BCH è BSV, che mantiene il protocollo originale e l'obiettivo originale di scalare illimitatamente. Il protocollo originale permette una serie di applicazioni non monetarie e di costruire applicazioni e protocolli che usano la blockchain di Bitcoin e il suo protocollo come base (per questo il mantra è "protocollo scritto nella pietra" - perché se il protocollo cambia, le applicazioni costruite sopra smettono di funzionare come previsto).
Chi supporta BSV crede che l'utilità derivi, inizialmente e principalmente, dall'uso diretto e da questo derivi la possibilità di usare BSV per scambi indiretti e quindi come moneta. Su BSV è possibile costruire smart contracts, tokens, pubblicare dati, etc. Per chi usa la blockchain di BSV questo ha valore, di conseguenza sono disposti a pagare per usarla. Per usare la blockchain essi devono acquisire BSV (pagare direttamente in fiat money i miners è possibile ma non sempre pratico). E questo pone un valore minimo al prezzo di BSV. Maggiore è il numero di usi ed utenti di BSV che devono usare la blockchain, maggiore è la domanda di BSV da conservare ("Demand to hold" come la definisce Rothbard - il prezzo al quale una persona preferisce tenere un bene piuttosto che venderlo). Se io ho la necessità, su base regolare, di usare BSV, allora vorrò acquisirne la quantità necessaria e tenerne una quantità in riserva, nello stesso modo con cui se uso degli € ho la necessità di tenerne sempre una riserva disponibile. Maggiore è il valore usato, maggiore è la riserva che è utile mantenere.
Se andiamo a vedere il Teorema della Regressione di Mises, la prima forma di moneta nasce esattamente in questo modo: qualche cosa che ha inizialmente solo valore per uso diretto viene acquisito, ad un certo punto, con lo scopo di essere successivamente scambiato con qualche altra cosa. E il valore a cui è valutata inizialmente è il valore di uso diretto che ha al momento di quel primo scambio.
Maggiore il numero di persone che la usano direttamente, maggiore è la domanda e l'utilizzabilità come mezzo di scambio indiretto, perché maggiore è il numero di persone che hanno la necessità di acquisirlo per usarlo. Vale per BSV come per ogni altra commodity come la benzina, la farina, etc. Più persone la usano, più facile è trovare qualcuno che sia disposto a scambiare beni e servizi in cambio di essa. Ed, ovviamente, tra queste commodity, quella che diventerà il "denaro" per antonomasia sarà quella che ha le caratteristiche migliori rispetto alle altre per diventare denaro.
Maggiore il numero di persone che la usano direttamente, maggiore è la domanda e l'utilizzabilità come mezzo di scambio indiretto, perché maggiore è il numero di persone che hanno la necessità di acquisirlo per usarlo. Vale per BSV come per ogni altra commodity come la benzina, la farina, etc. Più persone la usano, più facile è trovare qualcuno che sia disposto a scambiare beni e servizi in cambio di essa. Ed, ovviamente, tra queste commodity, quella che diventerà il "denaro" per antonomasia sarà quella che ha le caratteristiche migliori rispetto alle altre per diventare denaro.
Se manca la funzione di uso diretto (cioè essere usata direttamente dal proprietario senza dover fare affidamento sul fatto che sia accettata inseguito da altri) il valore come mezzo di scambio è effimero. Se domani BTC e BCH smettessero di funzionare per un lungo periodo di tempo, quale sarebbe l'incentivo di ricostruire le due reti P2P? In BSV l'incentivo è poter pubblicare dati on chain. C'è una domanda per pubblicare dati on chain (quale che sia il tipo) ad un certo livello di prezzo e, a seconda del prezzo la domanda varia. E dato che c'è qualcuno disposto a pagare, cui sarà qualcuno disposto a vendere. E, se necessario, l'utente che vuole pubblicare diventerà esso stesso un miner. Dopo tutto, all'inizio c'erano solo CPU.