Inutile è avere un sistema legale che non esegue le condanne. E questo vale per tutti i tipi di reato.
Schegge di Vetro scrive sull'inutilità del reato di immigrazione clandestina. Ma l'esempio che fa non dimostra certo che l'introduzione del reato è sbagliata o inutile, solo che il sustema italiano, per come è organizzato, non funziona per nulla. Si basa sulla presunzione che l'immigrato che riceva il foglio di via sia tema tanto la legge italiana da non voler incappare nelle sue maglie. Una volta forse era così, ma oggi non lo è più da tempo.
Di sicuro non succede più perché:
- le pene sono ridicole, se mai vengono scontate.
- dal momento in cui il reato è scoperto a quello in cui la pena viene imparita passa una quantità di tempo enorme; non è strano che molti (extracomunitari o meno) pensino di rimanere impuniti e poi rimangano sorpresi delle lunghe pene detentive.
- molti di questi extracomunitari non comprendono semplicemente il sistema legale e penale occidentale e hanno esperienza solo di quello dei loro paesi; quindi interpretano il comportamento del sistema penale italiano come "stupido", "folle", etc. Ma non sono i soli, come molti fatti di cronaca nera italiana dimostrano.
Al contrario, in luoghi dove il timore per le conseguenze del proprio comportamento è ancora presente o è stato rivitalizzato, gli immigrati clandestini si "deportano" da soli. L'esempio lo danno alcuni stati degli USA, che ormai stanchi dell'immobilità del governo federale e delle sue agenzie, hanno deciso di agire per conto loro. Più strette regolamentazioni contro chi assume lavoratori immigrati illegalmente e un taglio ai benefici che gli immigrati irregolari ricevono hanno fatto si che moltissimi decidessero di tornare da soli al loro paesello al di la del confine messicano. Un aiuto lo ha dato anche la crisi economica dei mutui, che ha ridotto notevolmente il numero di posti di lavoro nell'edilizia.
L'immigrato clandestino, una volta arrestato, dovrebbe essere condannato a un anno di detenzione, con la pena sospesa alla condizione che lasci l'Italia immediatamente o, se non ne ha i mezzi, rimarrà in un "centro di accoglienza" fino a che lo stato italiano non gli organizza il viaggio. Se abbandona il centro di accoglienza o rientra in Italia, sconta la pena che gli è stata inflitta e viene respulso alla fine della stessa. Se commette altri reati, sconta la pena relativa e poi viene espulso. Dopo aver dimostrato che non si scherza, la popolazione immigrata clandestina diminuirebbe velocemente. In particolare la parte che sta qui solo per delinquere.
2 commenti:
Da quello che ho capito la nuova legge si limita a dire che un irregolare prima di essere espulso deve essere tenuto in carcere da sei mesi a quattro anni. Non basterebbe fare una norma che garantisca che effettivamente venga espulso, invece di tenerlo in carcere? Mi sembra che invece di risolvere un problema ne introduca un altro, ovvero riempia ancora di più le carceri. Ma sono io che ho capito male o il reato di clandestinità, preso in sè, non fa assolutamente nulla per aumentare il numero di clandestini effettivamente espulsi? Non si può neanche dire che abbia una funzione deterrente: non credo proprio che l'immigrato decida di non venire qui per paura di stare in carcere qualche mese.
Intanto, per quel che si è capito, il clandestino può essere costretto a stare dentro un "centro di accoglienza" fino a 18 mesi prima di essere espulso.
Il reato è "ingresso clandestino" non "permanenza clandestina" in Italia. Quindi, chiunque entri clandestinamente (chi entra con un permesso e lo lascia scadere senza andarsene non è penalizzato da questa legge) può essere messo in galera e poi espulso.
Questo permette di colpire tutta una serie di personaggi entrati clandestini che sono qui solo per delinquere e che non hanno ne arte ne parte.
Se le galere si riempiono, personalmente non mi interessa. Che ne costruiscano altre. Ci sono posti, in Italia, per 50.000 prigionieri. Per me dovrebbero almeno raddoppiarli. Al massimo, possono dare uno sconto di pena e uno stipendio minimo ai galeotti che lavorano per costruire delle carceri nuove.
Il fatto che l'immigrato clandestinonon abbia paura di venire qui se si fa qualche mese di galera, potrebbe essere vera. Se il "qualche mese di galera" fosse una tantum e poi il clandestino ottenesse una regolarizzazione. La mia interpretazione del "Qualche mese di galera" è che se è clandestino si fa 18 mesi di galera e poi viene rimandato da dove veniva, con la forza se necessario e anche se li gli fanno la festa. Se dopo che è stato espulso rientra in Italia, si fa altri 18 mesi di galera (quando lo prendono) e la solfa ricomincia. Vedi che dopo un paio di volte gli passa la voglia.
Se non si sa dove rispedire il clandestino (perché non da le generalità, etc.), il soggetto resta in un centro di accoglienza a tempo indeterminato.
Se la Spagna o altri si lamentano che sono misure fasciste o razziste o altre minchiate, la si invita a prendersi il clandestino. Mica vorranno lasciare il poveretto in balia di uno stato fascista?
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